Teatro: “Savina Rupel”
Il 27 Gennaio 2020, Giornata della Memoria, noi delle classi terze abbiamo assistito ad uno spettacolo teatrale nell’Auditorium della nostra scuola, intitolato “Savina Rupel”.
Lo spettacolo, che narra la storia vera di Savina, una ragazza di 22 anni deportata in un campo di concentramento, è stato commovente e toccante.
Savina è una venditrice di fiori slovena che vive in provincia di Trieste: quando pronuncia delle parole nella sua lingua madre, arriva un gerarca nazista che cerca di arrestarla, perché a quei tempi, in Italia, si potevano pronunciare solo ed esclusivamente parole italiane.
Tornata a casa, il padre le dà una notizia dolorosa : il fratello, Ivan, è stato arrestato ma non si sa il motivo.
Quindi, Savina, dopo tante discussioni col padre, si reca alla comando delle S.S., per chiedere spiegazioni sull’arresto del fratello.
Dopo un alterco con il generale, Savina riesce a far uscire il fratello, ma viene arrestata. Savina era incinta e in procinto di sposarsi.
Successivamente, Savina viene deportata in un lager femminile , “Ravensbruck”. Il lager era stato ideato da Hitler per eliminare le donne considerate “fuori dalla norma”, tra cui rom, prostitute, lesbiche, rifugiate politiche, disabili: donne che il Fuhrer reputava inutili.
Ogni detenuta era contrassegnata da un triangolo di stoffa colorata cucita su vestiti che identificava la ragione dell’internamento; le prigioniere, debilitate, venivano trasportate nei più vicini campi di sterminio ed uccise senza alcuna pietà.
La gravidanza era considerata un ostacolo alla produttività, pertanto le donne venivano costrette ad abortire nei modi più barbari e, quando non ci riuscivano, i medici nazisti ricorrevano alla cremazione del feto all’ottavo mese; i bambini subivano maltrattamenti. Nonostante questo, Savina partorisce nel lager suo figlio, Danilo.
Le prigioniere, tra cui Savina, vengono portate via dal campo per camminare nelle strade della Germania per otto lunghi giorni, senza fermarsi: se si fermavano venivano fucilate senza pietà.
Savina, con tanta forza di volontà e coraggio, riesce, infine, a tornare a casa.
Uno spettacolo molto intenso e drammatico: ci ha coinvolti moltissimo ed ha arricchito le nostre conoscenze.
Un ringraziamento alla Compagnia Teatrale “Vello d’oro” per aver portato nella nostra scuola questa storia.
Alessandro Franco
Giovanna Ventrella
Molto bello