Tutti insieme in rete… per parlare dei suoi pericoli!
18/05/2021, una data importante per la nostra formazione.
Eravamo in più di 70 quel giorno collegati al convegno “Le nuove frontiere della Rete – Pericoli e Vantaggi” tra alunni, professori, avvocati, rappresentanti del Municipio 2, assistenti sociali, una nutrizionista e la preside della nostra scuola.
I vantaggi della rete sono sotto gli occhi di tutti – ci siamo potuti collegare comodamente da casa in periodo COVID! -, mentre i pericoli sono meno evidenti o, sicuramente, non lo sono per i più giovani come noi.
Di molti di essi non conoscevamo nemmeno il nome, figuriamoci l’esistenza!
Dopo un’introduzione del presidente del Municipio 2, Giovanni Smaldone, gli avvocati Antonio La Scala e Nicola Damiani ci hanno parlato di:
- Sexting: diffusione di immagini o video a sfondo sessuale (rientra in questa categoria anche la “bravata” di fotografare una ragazza a seno scoperto e diffonderne la foto).
- Adescamento: consiste nell’adescare (o, meglio, “pescare”) i minori. Avviene tutto tramite i social network (Facebook, TickTock, Instagram…) e consiste principalmente di tre fasi:
- Ricerca e scelta della vittima con cui si entra in contatto facendo dapprima domande impersonali e “innocenti”.
- Domande a scopo sessuale alla vittima per valutarne il tipo di risposta: ovviamente il consiglio è di evitare assolutamente qualunque risposta a domande del genere.
- Incontro e Abuso della vittima.
- Pedopornografia: simile alla pornografia ma, con bambini ed adolescenti. Consiste nello scattare, condividere, cercare o vendere foto di minori nudi con gli organi sessuali esposti o in atteggiamenti “sessuali”. È poco probabile che il pedopornografico sia di un ceto sociale basso, visto che molto spesso questo reato è commesso da informatici, programmatori o, addirittura, direttori di aziende.
- Cyberbullismo: bullismo in rete. Molte persone a malapena ne riconoscono l’esistenza in quanto viene sminuito definendolo come “ragazzata”, “scherzo”, “battuta squallida” o “offesa”. Le conseguenze per la vittima sono invece molto gravi: spesso il cyberbullismo finisce anche con il suicidio. E’ importantissimo capire che, dopo un episodio del genere, non si rovina solo la vita della vittima che potrebbe anche arrivare a gesti estremi: è rovinata anche la vita del bullo e della sua famiglia, sia da un punto di vista economico sia in relazione al proprio futuro (sarà molto difficile trovare un lavoro).
Tutti questi reati sono punibili con la detenzione e multe (e risarcimento danni) molto care.
Qualora fossimo vittime o testimoni di questi episodi, il consiglio è quello di rivolgerci ad un adulto (la famiglia, gli insegnanti, l’assistente sociale) perché dobbiamo sempre pensare che NON SIAMO SOLI e, soprattutto, non siamo noi sbagliati ma è sbagliato quello che ci sta succedendo.
Dopo la spiegazione sui pericoli della rete, l’informatico (computer criminologist) della Polizia, Vito Giordano, ci ha spiegato come si svolgono le indagini ed il fatto che, con il proprio PC o con quello pubblico, si è sempre rintracciabili grazie all’indirizzo IP (Internet Protocol). L’IP è un codice numerico usato dai computer per navigare in rete che, essendo univoco, ne permette la rintracciabilità.
Infine la biologa nutrizionista, Floriana Martiradonna, ci ha parlato della DAI (disturbo alimentazione incontrollata), del cibo che è utilizzato per modulare emozioni e sentimenti e dell’obesità (una patologia che può causare altre malattie, tipo il diabete).
Una persona può essere obesa per due motivi: il troppo mangiare o una patologia. Esiste invece uno stereotipo secondo il quale una persona obesa è pigra o cattiva e questo rende spesso gli obesi vittime di ingiustizie.
I depressi di solito mangiano per distrarsi da una loro mancanza o da un loro problema che sembra insormontabile: in certi casi molto gravi, la depressione che deriva dal bullismo dovuto all’obesità si trasforma in nuova richiesta di cibo. L’Italia detiene un triste primato per i bambini obesi.
Le patologie legate all’alimentazione non sono soltanto relative all’obesità: esiste anche l’anoressia, cioè il rifiuto del cibo. L’astinenza dal cibo porta a mancanza di energie, vitamine e sostanze indispensabili alla vita e, quindi, conduce alla morte.
L’astinenza da cibo è molto più comune negli adolescenti, spesso in depressione.
Alla fine del convegno, l’assistente sociale Maria Paola di Rienzo ci ha invitato a rivolgersi a lei per qualunque necessità.
I nostri ringraziamenti vanno alla scuola Santomauro che è sempre attenta a questi argomenti ed in particolare alla prof.ssa Viviana Borredon che, insieme all’ins. Carla Greco, è la referente di “Legalità, Bullismo e Cyberbullismo” ed infine, ma non per importanza, alla dirigente scolastica Anna Lia Minoia.
Sarebbe meglio che queste cose non esistessero ma, visto che sono realtà, è indispensabile conoscerle: la cultura ci renderà liberi.
Claudio Geronimo Scardigno & Veronica Griffa & Christopher Palmieri