Anna Delvey o Sorokin ?

Anna Sorokin, conosciuta anche come Anna Delvey, fra il 2013 e il 2017 si è finta una falsa ereditiera tedesca. In questo modo, è riuscita a truffare banche, alberghi, negozi e  anche i suoi amici. Cresciuta in Germania,  ha vissuto sia a Parigi che a Londra dove ha studiato moda.

Nel 2016 ha deciso di trasferirsi in America, a Manhattan (NY). Qui ha cambiato la sua vita, abbandonando il cognome di suo padre, Sorokin, solo un modesto camionista, e incominciando ad utilizzare quello della madre per fingersi una ricca ereditiera tedesca, con in patrimonio in Europa di 67,5 milioni di dollari.

Grazie a questo inganno riuscì ad entrar a far parte dell’ élite di New York e frequentare stilisti famosi , artisti , scrittori , architetti e importanti galleristi.  La sua prima vittima fù il fidanzato ,Chase Sikorski , a cui fece credere che sarebbe entrata in possesso del suo patrimonio all’età di 25 anni. Credendole, Chase incominciò a sovvenzionarla ma, insospettito dal fatto che non gli facesse conoscere nessuno della sua famiglia, le tagliò i fondi.

L’ambiziosa ragazza cominciò a chiedere prestiti alle banche dando a garanzia una carta di credito priva di disponibilità. Il suo obbiettivo non era solo quello di vivere una vita lussuosa e avere abiti costosi o ville extra lusso con piscina , ma anche quello di creare un’associazione: la A.D.F. ( Anna Delvey Foundation) che avrebbe dato vita a un club super esclusivo in un hotel a 5 stelle, al 281 Park S. Avenue New York, con una importante galleria d’arte.

Fonte: Wikipedia Commons
281 Park S. Avenue NY
Fonte: Wikipedia Commons

Alla verifica delle banche la sua truffa venne scoperta. Per questo Anna Sorokin è stata condannata nel 2019 a 12 anni di carcere. Nonostante ciò, dalla sua storia è stata tratta  una miniserie per realizzare la quale Netflix le ha pagato la cauzione di 10 mila dollari e i diritti per la storia ottenendo così gli arresti domiciliari.
Al giorno d’oggi, Anna è considerata una delle truffatrici più abili dell’ultimo secolo.

Marco Modugno

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