Il delitto di Avetrana dal punto di vista di un’undicenne

Molti anni fa, dai miei genitori, mi è stata raccontata la storia di un omicidio avvenuto ad Avetrana, nel tarantino.
Il delitto di Avetrana è avvenuto il 26 agosto del 2010 a causa di una gelosia tra cugine.

La storia che mi è stata raccontata…
Nel lontano 2010 la quindicenne Sarah Scazzi (la vittima), stava frequentando un ragazzo di cui, allo stesso tempo, era pazzamente innamorata la cugina di Sarah, Sabrina Misseri, all’epoca ventiduenne. La mattina del 26 agosto con una scusa, Sabrina convoca Sarah a casa sua e, insieme alla mamma, Cosima Serrano, porta Sarah in un posto sperduto di campagna dove viene strangolata e poi sepolta in un terreno a pochi metri di profondità.

I miei pensieri al riguardo…
Per me è scandaloso il fatto che si possa uccidere per gelosia e con così tanta facilità un essere umano, soprattutto se si tratta di una persona così vicina, “di famiglia”.

La cosa che più mi lascia senza parole è che gli zii di Sarah abbiano accettato di partecipare “attivamente” all’omicidio: probabilmente, in famiglia c’erano già dei conflitti che poi hanno scatenato l’evento finale, solo per gelosia.

Essere venuta a conoscenza di questa drammatica storia mi ha portato a riflettere su quanto la “violenza” sia, oramai, in molti casi, la strada più semplice e veloce per la soluzione di un “problema”. Penso che un po’a tutti, da bambini, venga data una regola di “convivenza”, per vivere bene e in pace con le altre persone: dare rispetto agli altri come gli altri lo danno a te. Possiamo, allora, dire che questa triste vicenda, come altre simili, parlino ben poco di rispetto.
Dobbiamo imparare che violenza non è la soluzione, ma bisogna sempre mettere al primo posto il dialogo e la comprensione.

Rachele Griffa

 

 

 

 

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