L’angelo di Borsellino
La nostra scuola primaria e dell’infanzia si chiamava EL/7 Montello, un nome poco significativo e che derivava dalla divisione, avvenuta in passato, di un’altra scuola. Era il momento di cambiare il nome con uno più rappresentativo e identificativo per noi, così, a seguito di un concorso di idee, la nostra scuola è stata intitolata ad Emanuela Loi.
Emanuela Loi è stata un grande esempio per gli altri; è nata a Sestu, in provincia di Cagliari e voleva fare la maestra.
Decide poi, per aiutare sua sorella, di sostenere il concorso per entrare nelle forze dell’ordine. Riesce a superarlo e quindi sceglie questa strada. Emanuela diventa una poliziotta brillante e seria.
Negli anni si appassiona sempre di più al suo lavoro; come testimoniato da una sua ex collega.
Emanuela diventa poliziotta nel 1990, con un po’ di paura nell’affrontare questo mestiere, ma ripete a se stessa:
“È il mio lavoro, non posso tirarmi indietro”.
Nel servizio di scorta, dal giugno del 1992, lavora con grande responsabilità, visto che negli anni ’90, Palermo era un posto molto rischioso.
Si racconta che il giudice Borsellino, vedendo Emanuela così minuta scherzò:
“E lei dovrebbe difendere me? Dovrei essere io a difendere lei”.
Mentre era sulla strada con Paolo Borsellino, che lavorava fianco a fianco con il giudice Falcone, il giorno 19 luglio 1992, 80kg di esplosivo contenuti in una Fiat, alle ore 16.59 in via D’Amelio fanno saltare in aria la macchina del giudice Borsellino e della scorta. La fine arriva troppo presto e nel modo più tragico. Muoiono cinque uomini, di cui uno è Paolo Borsellino e una donna: Emanuela, che muore a soli 24 anni.
La sorella Claudia, in un intervista, dice:
“Nonostante siano passati 31 anni da quella tragedia, io non sono riuscita a superare il trauma e a trovare il coraggio di andare a Palermo dove mia sorella ha perso la vita”.
Emanuela è stata sepolta nel cimitero di Sestu (Cagliari).
Maria Giovanna Ranieri, Micaela Ruggiero, Paola Bussetti, Irene Di Ciaula, Aurora Vitti