Pompei: ritrovati due resti umani
Un mese fa nel Parco Archeologico di Pompei sono stati ritrovati due resti umani mai conosciuti fino ad ora. Si tratta di due uomini, un quarantenne avvolto in un mantello di lana e il suo schiavo, probabilmente in fuga dalla furia del Vesuvio. A vederli come sono adesso, sembrano addormentati sul terriccio, con le mani sul petto e le dita piegate sulla tunica. La presenza del mantello di lana potrebbe confermare la tesi che l’eruzione sia avvenuta il 24 ottobre anziché il 24 agosto del 79 d.C.
Il Direttore del Parco Archeologico ha affermato che questa scoperta è importante perché il luogo in cui sono stati trovati i due corpi non era comparso nel corso degli scavi dei primi del ‘900. E’ stato quindi possibile individuare la presenza dei resti umani perché sotto gli strati che li coprivano, si sentivano dei “vuoti”.
Si è potuto creare un calco delle due vittime con la stessa tecnica utilizzata da Giuseppe Fiorelli nel 1863. Con questa tecnica sono stati realizzati i calchi di corpi umani, animali e oggetti di Pompei.
Dopo l’eruzione del Vesuvio, la città di Pompei venne sommersa da lapilli, pomici e cenere che seppellirono uomini, animali e oggetti. Nel corso dei secoli, nello strato compatto e resistente formato dal depositarsi dei materiali, si sono formati dei “vuoti”: i corpi dei defunti si sono decomposti, lasciando un’impronta, quindi un “vuoto” nella cenere. Fiorelli pensò di inserire in questi “vuoti” una colata di gesso liquido, permettendo così la realizzazione dei calchi delle vittime dell’eruzione. Una volta che il gesso si è solidificato, il terreno intorno viene rimosso e la forma ottenuta viene portata alla luce.
Luca Lerario