Proteggiamoci…responsabilmente!!!

Dopo il lungo periodo di lock-down dovuto all’emergenza sanitaria da covid-19, finalmente a settembre la maggior parte degli studenti è potuta rientrare a scuola.

I circa 7 milioni di studenti, tra i 6 e 18 anni, hanno quest’anno una nuova “compagna”: la mascherina, un elemento essenziale della quotidianità di tutti noi, ormai.

Ciascuno deve indossare la mascherina chirurgica monouso, come previsto dal comitato tecnico scientifico, affinché la frequenza possa essere in sicurezza.

Cosa comporta ciò?

Ogni giorno 7 milioni di mascherine, cui si aggiungono quelle di insegnanti e personale ATA, diventano rifiuti da smaltire. Circa 44 tonnellate di polimeri plastici che dovrebbero finire nell’indifferenziato… ma purtroppo non tutte le mascherine vengono smaltite correttamente. 

Molte finiscono per strada, nelle aiuole, sui marciapiedi, fra alberi e cespugli…e le mascherine non sono biodegradabili in natura.

Così ora, oltre all’emergenza sanitaria, ne dobbiamo affrontare una ambientale senza precedenti!

È giusto che le scuole siano aperte ed è giusto che la sicurezza sanitaria sia una priorità, la scuola però è anche il luogo educativo per eccellenza. Perché allora non si è pensato che è proprio a scuola che si deve pensare a costruire un futuro sostenibile?

Si sarebbero potute adottare alternative da promuovere. Per esempio, mascherine riutilizzabili e lavabili, certificate e validate dal Ministero della Salute.

Attraverso le istruzioni sulle modalità di igienizzazione, lavaggio e scadenza, anche gli studenti si sarebbero magari sentiti più coinvolti e responsabili.

Oppure promuovere la produzione di mascherine monouso, fatte però con materiali sicuri e più facilmente riciclabili, in modo da poterle anche recuperare.

Il WWF Italia, per sensibilizzare gli studenti e attirare la loro attenzione su questo problema, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione dal titolo molto significativo “Non deve finire così“, attraverso una locandina diffusa in tutte le scuole…Bisogna fare in modo che ritrovare le mascherine nei prati, laghi, fiumi o spiagge non diventi una brutta normalità!

Non è possibile che l’unica fine per le mascherine resti l’indifferenziato.

Le parole responsabilità e protezione non devono più essere pensate come necessità individuali: smaltendo correttamente le mascherine, dopo aver protetto la nostra salute, proteggiamo anche quella dell’ambiente!

David Mauro Albrizio

 

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