I miti e le leggende dell’Etna

Sin da piccola ho avuto la possibilità di andare in Sicilia, perchè lì vivono la mia nonna e il mio bisnonno e quindi spesso sono andata sull’Etna.

Tutti sanno che l’Etna è il vulcano attivo più grande d’Europa e molti conoscono la sua bellezza, ma forse in pochi conoscono le leggende che riguardano questo vulcano. 

Ora ve ne racconto alcune.

Efesto.

 

Si dice che Efesto, il dio dei metalli, aveva la sua fabbrica sotto l’Etna: era stato cacciato dall’Olimpo perchè aveva sfidato Giove e quindi si era rifugiato in Sicilia. Per questo l’Etna ogni tanto fa qualche scintilla: è Efesto che sta fabbricando le armi.

Un altro mito racconta che Eolo aveva imprigionato i venti sotto il vulcano e per questo motivo l’Etna ogni  tanto emette colonne di fumo.

 

 

 

Si dice anche che la forma della Sicilia è dovuta al gigante Tifone, che è stato seppellito da Atena sotto terra perchè si era ribellato agli dei. La testa di Tifone corrisponde all’Etna e quando si sente l’Etna che brontola, in realtà, è Tifone che si lamenta.

Tifone e la forma della Sicilia.

Un’altra leggenda è quella di Aci e Galatea che erano innamorati, ma il Ciclope Polifemo, per tenere con sè Galatea, lanciò degli enormi massi su Aci, uccidendolo. In realtà, Polifemo era l’Etna e ancora oggi lancia enormi massi pericolosi in aria.

Polifemo, Aci e Galatea.

Sembra incredibile ma anche gli inglesi hanno delle leggende sull’Etna, che riguardano Re Artù e la regina Elisabetta I.

Di Re Artù si racconta che viveva in un castello nascosto all’interno delle grotte dell’Etna, portato lì in punto di morte dall’Arcangelo Michele per riparare Excalibur con la lava del vulcano.

Un’altra credenza è che la regina Elisabetta I, per poter regnare, aveva venduto la sua anima al Diavolo e quando stava per morire lui la gettò dentro la bocca dell’Etna, che era l’entrata dell’Inferno, perchè voleva la sua anima.

Anche se questi sono solo miti e leggende a me sono piaciuti molto e spero che piacciano anche a voi e che possiate scoprire l’Etna, un vulcano meraviglioso.

Giulia D’Addabbo

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